PASSEGGIATE NEL VERDE

Una visita di Brendola è occasione per scoprire non solo il ricco patrimonio architettonico ma sopratutto il caratteristico ambiente Berico dei dintorni fatto di boschi, campi coltivati, zone umide e caratteristici insediamenti rurali che rievocano una cultura contadina ormai scomparsa.

Abbiamo voluto aiutare il ” viaggiatore” in questa scoperta segnalando itinerari facilmente percorribili e generalmente ben segnalati. A questo proposito va il ringraziamento a quelle associazioni volontarie che si assumono il non facile compito di tracciare e mantenere percorribili tali sentieri che talora si snodano in aree totalmente abbandonate.

Percorrendo queste vie, viottoli, strade non dimentichiamo che la bellezza dell’ambiente è data anche dalla sua integrità; rispettiamo flora, fauna e lasciamo meno tracce possibili del nostro passaggio……..

Il SENTIERO NATURA

Due passi appena fuori dal paese…….

Il Sentiero natura “ Brendola” è un percorso ad anello percorribile in circa due ore che partendo dalla parte bassa del centro storico si sviluppa nell’area collinare orientale toccando zone di interesse naturalistico e monumentale. E stato realizzato dall’amministrazione comunale, che ha approntato la segnaletica logistica, purtroppo ormai deteriorata, e ha curato una bella guida densa di interessanti spunti.

Da quella guida purtroppo ormai introvabile riproponiamo la descrizione del percorso. Esso ha inizio dalla piazza Revese dall’antica famiglia insediata a Brendola verso i primi del sec. XV; la maestosa torre testimonia ancora la potenza della famiglia. Imboccata via Valle dopo 500 metri si giunge all’incrocio con via Scarantello: qui si ammira Villa Anguissola (1) che risale alla fine del secolo XVII. Proseguendo dritti, dopo un centinaio di metri è possibile riconoscere sulla destra sotto un arco ribassato quello che rimane dell’antico Ospedale di San Vincenzo (2) e sulla sinistra una serie di caratteristiche corti allineate: sono le antiche case dei Valdagno. Alla curva, proprio dove la strada comincia salire, si prende il sentiero a sinistra. E’ assai pittoresco il primo tratto del sentiero fino al ponticello che supera il torrente Spessa,(3) dove la vegetazione sembra formare una galleria. Lungo la sponda sinistra del rio delle Spesse e nel bosco si possono vedere gli affioramenti basaltici che costituiscono l’apparato vulcanico di Brendola. Si sale tra le robinie lungo il versante orientale del monte Spiado (m 287) per una stradina acciottolata che ben presto si lascia girando a destra seguendo il cartello indicativo. Il viottolo risale ripido su fondo roccioso per poi addentrarsi nel bosco. Giunti a quota abbastanza elevata il sentiero piega verso nord fino alle vecchie case dei “Binato” ora Marin.(5)

La tipologia della costruzione , ora recintata e riadattata a seconda casa, è peculiare della casa rurale dell’area berica. E’ collocata ai margini dell’appezzamento coltivato dove il terreno è sterile, “vegro” improduttivo ma ideale per fornire una solida base di appoggio; la casa è rivolta verso mezzogiorno degradante a seguire la collina, le finestre sono piccole per contenere il calore d’inverno. Al primitivo nucleo abitativo con l’accrescere della famiglia se ne sono aggiunti altri per dare ai figli una casa risparmiando terreno e mura.

Al fianco della casa si trova generalmente la stalla con il sovrastante fienile, il portico per gli attrezzi e staccato “ el staloto” per il maiale, il pollaio e il forno per il pane. Qui una sosta è d’obbligo data la posizione dominante: in basso il torrente Spessa ha scavato la roccia calcarea formando una forra profonda; a mezzogiorno il bosco ceduo di latifoglie si stende sotto la Rocca e ad oriente domina il Monte della Croce. L’itinerario, ben indicato, prosegue a monte della casa (precedentemente passava davanti alla stessa) sbuca sulla carrareccia bianca in prossimità del torrente e risale fino ad un crocicchio, (24) subito dopo aver superato un cancello. Girando a destra si raggiunge la Rocca dei Vescovi, purtroppo attualmente non visitabile e pertanto non è possibile godere dell’ampio panorama che si apre da lassù. Da una parte tutta la conca di Brendola con i Berici occidentali, dall’altra la Brendola industriale e l’insediamento di Alte con lo sfondo delle piccole Dolomiti. L’itinerario prosegue in discesa tenendo la destra all’incrocio, segnato da un piccolo capitello.(25) La strada discende all’ombra dei bagolari verso la chiesa Arcipretale di S. Michele.(4) Raggiunta la chiesa si scende la ripida strada acciottolata che corre lungo il muraglione della Canonica. Raggiunto un bivio si tiene la sinistra e dopo aver superato un ampio parcheggio si imbocca la stradella sterrata detta della Madonnetta dal capitello con l’effige della Madonna ben visibile all’imbocco. Si sbuca nella Piazzetta del Vicariato (3) e continuando il cammino per via S.Marcello, in corrispondenza della cabina elettrica, si può scegliere di tornare al punto di partenza, percorrendo le antiche scalette in acciottolato di basalto o tenendo la sinistra raggiungere la Chiesetta Revese e di qui l’omonima piazza.

IL SENTIERO DI S. VITO E DELLA FONTANA DELL’ORCO

 Sulle tracce dell’orco e delle anguane…….

Il sentiero inizia dal centro della frazione S. Vito s’ addentra nell’area berica toccando i numerosi segni lasciati dall’uomo: vecchie priare, fontane, contrade, chiesette. Curato dal Gruppo alpini di S. Vito, è ben indicato con segnali bianco-rossi. Si consiglia di percorrerlo in senso antiorario e richiede circa 3-4 ore di cammino.

Dal centro di S.Vito, di fronte alla chiesa Parrocchiale si imbocca via Lampertico, si passa dietro villa Pilotto-Brendolan e, superata un’azienda agrituristica si giunge a monte delle contrade Mulino e Cavecchie. La strada diventa bianca e in corrispondenza di un tornante la si lascia per scendere sul viottolo a sinistra attratti dal rumore dello scorrerre dell’acqua. Si raggiunge la fontana dello “scaranto” che in passato alimentava un mulino ad acqua vicino alla attuale casa Marini. Da qui, ignorando una deviazione a sinistra il sentiero sale nel bosco della Marognetta,(1) luogo disseminato di massi testimonianza di una paleofrana. Dove il sentiero si allarga si imbocca un viottolo sulla sinistra e si raggiunge il covolo della Marognetta. Rifugio naturale, all’ingresso presenta una “piletta” scavata nella roccia, un tempo usata per pestare di nascosto il tabacco, la polvere da sparo ed altre essenze. Il viottolo continua e risale il crinale boscoso sbucando infine su un bel sentiero; la passeggiata continua tenendo la sinistra e scendendo per circa cento metri prima di deviare per un ripido e angusto sentiero sulla destra che sbuca in una carrreeccia. Si gira a sinistra e si continua dritti ignorando le deviazioni sulla destra. La strada, detta del “Spin” costeggia il bosco “Brendolan” e prosegue pianeggiante per un bel tratto. Giunti all’incrocio con la strada asfaltata si sale a destra, per circa 120 metri, verso il “castegnile” ( toponimo che rammenta un antico castagneto). Da qui un sentiero sulla sinistra scende verso la “fontana Valentini”(2). Il luogo è suggestivo, pieno di umori e colori; ad un primo albio per abbeverare il bestiame si sono aggiunti col tempo due lavandari e nel 1929, subito a monte, la presa dell’acquedotto. In questi luoghi non è raro imbattersi nel lento incedere della salamandra pezzata. La leggenda vuole che questo strano anfibio piovesse dal cielo, fosse molto velenoso e passasse attraverso il fuoco senza bruciarsi. La credenza popolare immaginava inoltre che presso la fontana avessero la propria abitazione le “ Anguane”, ambigue ninfe del bosco e delle acque che all’inizio della notte comparivano accompagnadosi a melodiosi canti , per scomparire alle prime luci dell’alba.

Si continua costeggiando il versante del “ Boscon” caratterizzato da ceppaie di ornielli, noccioli e castagni. Il sottobosco, a marzo, si vivacizza dei colori dell’anemone, della pervinca, delle primule e dei denti di cane. Giunti sul col della “Bianca”(3) prima di arrivare ad una casa, la passeggiata può essere semplificata imboccando il sentiero sulla sinistra (4) che porta direttamente a casa “Targon” evitando così la parte più bella ma anche più faticosa dell’itinerario. L’itinerario principale risale, dopo brusca deviazione a destra, un soleggiato ripido costone roccioso per giungere alla “ fontana Dell’Orco”(5). La piccola sorgente scaturisce tra gli strati calcarei e l’adiacente filone basaltico e riempe il piccolo albio scavato nella roccia. Il bosco era luogo di leggende e paure: abitazione prediletta di streghe, folletti, fate e orchi. Il toponimo porta alla mente la gigantesca creatura di un orco che a gambe divaricate invitava il viandante a passarvi sotto e quando ciò avveniva le sue risate risuonavano lugubri: era il suo divertimento preferito e l’incubo di chi andava a prendere l’acqua. Continuando si raggiunge contrà “Cenge”, case Battocchi”, e si imbocca un ripido sentiero sulla sinistra (6), superato il serbatoio dell’acquedotto si attraversa la boscaglia di carpini e roveri si giunge alla base di una parete rocciosa dove si apre “ il covolo dell’Orco”, la più grande grotta naturale della zona. E’ una ampia caverna di una ventina di metri originatasi dall’incrocio di varie fratture della roccia e modellata dall’erosione meteorica. Frequentata nella preistoria da uomini e animali fu adattata a ricovero di pastori e abituro da povere famiglie fino a questo secolo. Dal covolo si prosegue in quota sul versante di tramontana del bosco delle “Seghe”. Il sentiero accidentato, richiede un po’ di attenzione, scorre tra i castagni alla base di alte cenge tra le quali si aprono anfratti e un piccolo arco naturale in roccia (7). Si sbuca alla bocca del “Scaranton”(8) quasi in vista di S.Gottardo e si prosegue sull’opposto versante salendo per la carrareccia. Arrivati al tornante (9) si prende un sentiero sulla sinistra che discende ripido verso la vecchia cava “ Priara” di Brendola(10). L’aria tiepida d’inverno e fresca d’estate preannuncia l’antica cava ora abbandonata. Con cautela attraverso una galleria si entra nella cava. Un buco, esito di un crollo, lascia filtrare la luce nello slargo principale da cui si dipartono numerosi cunicoli bui; sono evidenti le impronte lasciate dai picconi e i segni del distacco dei blocchi di pietra da pareti e soffitti. La cava di pietra tenera è stata sfruttata per centinaia di anni ed esiste documentazione della sua esistenza già nel 1738. Si scende a valle per la vecchia ripida strada delle Priare che con alcuni tornanti aggira dei casolari, passa davanti ad un casolare (11) ormai diroccato e sbocca in una carrareccia. Svoltato a destra si giunge al piano alla contrada “Grotte”.

 

Sul portale di una vecchia casa si può ancora leggere la data di costruzione: 1662 (12). Al piccolo capitello(13) si devia a sinistra per una campestre che ci riporta sul colle della “ Bianca”, si supera la casa e si ripercorrono in senso contrario pochi metri del percorso già fatto precedentemente per deviare a destra su un sentiero erboso e scendere verso la corte Benedettina ora casa Targon (14). Della vecchia struttura ben poco rimane; divenuta dimora patrizia ha subito evidenti rifacimenti e storpiature, una bella loggia sovrapposta rimane,comunque a testimoniare un antico splendore. Dalla cantina di questa costruzione si accede ad una ampia grotta naturale che ha alimentato la fantasia popolare. Il poeta e romanziere Pace Pasini (1583-1644) raccontava che una scrofa smarritasi a Lumignano vagasse sottoterra per sette miglia fino ad uscire alla luce del sole proprio nella cantina di questa costruzione. L’escursione volge al termine, una sosta (15)permette di godere della vista del crinale su cui è costruito il centro storico di Brendola, dalla Rocca dei Vescovi fino alla chiesa incompiuta, mentre sulla sinistra appare tra i vigneti e i boschi di latifoglie la corte Benedettina piccola che presto raggiungeremo. Raggiunta la Corte Benedettina(16) con la vecchia chiesa di S.Vito arroccata su di una altura erbosa, si risale gradatamente alla fontana di S.Vito e da qui scendendo a destra si ritorna al punto di partenza.

SENTIERO DEI MONTI COMUNALI DI BRENDOLA

Su e giù per gli scaranti…..

Il sentiero sale per stradine interne alla zona alta del paese raggiunge la sommità dei rilievi collinari risalendo il rio delle Spesse. Dopo ampio giro scende sul versante collinare meridionale per tornare a Brendola. Il sentiero, gestito dal Gruppo Comunale Protezione Civile A.N.A. di Brendola, è identificato da segnavia bianco-rossi, va percorso in senso orario e richiede 4-5 ore di cammino.

Si parte da via Revese, dietro l’omonima residenza(1) cinquecentesca si imbocca a sinistra un viottolo che passando nelle immediate vicinanze della ancora omonima Chiesetta (2) sale rapidamente verso località S.Marcello. Comodamente si giunge alla piazzetta del Vicariato (3), gioiello della Brendola monumentale. Si prosegue a sinistra per via Fogazzaro e, attraversata una contrada, si sbuca al tornante di via Valle. Salendo si giunge nelle vicinanze ad una casa ombreggiata da grandi “ bagolari”(4). A fianco dell’abitazione, un sentiero in discesa conduce al Rio delle Spesse tra una rigogliosa vegetazione igrofila. Si prosegue per un bel sentiero in salita, si raggiunge un ponticello e si sale sul versante opposto tra roverelle ed ornielli lungo una sentiero acciottolato di sasso nero basaltico. E’ ben visibile l’affioramento della roccia nera vulcanica ad esfogliazione cipollare: questa caratteristica si verifica quando il basalto è fratturato ed esposto ad agenti climatici che lo disgregano fino alla sua totale argillificazione, sfaldandosi a strati come una cipolla. Si tralascia sulla destra il sentiero natura. L’ultimo tratto del sentiero permette di raggiungere, con una repentina salita appena tracciata, due abitazioni e di qui, tenendo la destra, lungo la vecchia strada del monte Spiado, si guadagna casa Binato(5), identificabile per la presenza di vecchi mezzi militari. Cinquanta metri prima della casa si prende un sentiero sulla sinistra e restando nel bosco, si risale la valle sulla sinistra tralasciando una deviazione sulla destra. Si esce su una strada bianca (6), si va a sinistra e dopo una ripida salita cementata si raggiune un bivio al limite del green del golf(7). Si tiene la destra e si imbocca poi il primo sentiero ancora a destra, passando vicino ad un vecchio rocolo. Si prosegue diritto fino ad una altura con un capanno di caccia e sucessivamente seguendo il sentiero principale ed ignorando le numerose tracce alternative si raggiunge Casa Dal Molin, in posizione isolata ombreggiata da cipressi e da un maestoso rovere. (8)

La stradina aggira la casa e prosegue per raggiungere il monte Comunale, (seguire la strada principale, ignorare le deviazioni sulla sinistra) per discendere in un bellissimo carpaneto. Si incontrano alcuni attrezzi ginnici, alcune piazzole attrezzate per la sosta da cui ammirare il bellissimo panorama della pianura di Brendola. Si scende quindi seguendo la traccia principale che sbocca nel “sentiero accessibile Monti Comunali” e raggiunge rapidamente la pineta di Brendola. Invece di seguire la traccia principale si può anche deviare a sinistra per un bel sentiero nel bosco che giungerà ad una carrereccia bianca che porterà anch’essa alla pineta. Giunti alla pineta si attraversa la provinciale di Bocca d’Ascesa(9) per prendere una carrareccia che scende a casa Strabuseno.

Davanti alla casa si prende a sinistra un sentierino erboso che si inoltra ben presto nel bosco verso S-E. Quando la traccia si fa angusta e si teme di aver smarrito la via si esce dal fitto bosco e si raggiunge la strada asfaltata (Via Piave) . Si discende verso destra per circa 400 metri fino a Contrà Gazzolo(10) raggiungibile anche da un altro pittoresco sentiero che inizia proprio davanti a casa Strabuseno e scende ripido lungo lo scaranto. Da Contrà Gazzolo si percorre un comodo viottolo a sinistra, a mezzacosta; prima di raggiungere una casa isolata un ripido sentiero sulla destra porta a casa Maran con l’omonima fontana. Girando a destra la strada supera alcune case per immettersi in una strada cementata che scenderemo sulla sinistra per poi, quasi al piano, prendere un sentiero sulla destra che porta alla fontana Fredda.(11) Questi manufatti rievocano immagini della vita contadina: il rito della “lisia” (del bucato) nelle “caliere” di rame piene di acqua bollente, della “broa”, il detersivo dei nostri nonni fatto con la sola cenere, il biancore della ” roba” stesa ad asciugare al sole sulla corda tesa, la “soga da lisia”.

Riprendendo la marcia si sale alla contrà Costa sbucando sulla strada asfaltata ( via Piave), si risale un breve tratto asfaltato e si imbocca sulla sinistra via Pasubio. Merita attenzione il lavandaro sulla sinistra posto di fronte a casa Castegnero e l’originale nicchia votiva inserita sul cantonale. Si supera corte Bisognin , e si costeggia fino alla strada provinciale godendo di una bella vista sulla pianura di Brendola Attraversata la strada provinciale si sale a case Marzari “contrà Lavo”(12). Al bivio, sulla destra un ultimo ripido tratto, sale alla contrà Castello,(13) da dove deviando a destra si puo raggiungere la vicina rocca dei Vescovi, mentre a sinistra, in prossimità del capitello, una stradella discende all’ombra dei bagolari verso la chiesa Arcipretale di S. Michele.(14) Raggiunta la chiesa si scende la ripida strada acciottolata che corre lungo il muraglione della Canonica. Raggiunto un bivio si tiene la sinistra e dopo aver superato un ampio parcheggio si imbocca la stradella sterrata detta della Madonnetta (15) dal capitello con l’effige della Madonna ben visibile all’imbocco. Si sbuca nella Piazzetta del Vicariato e l’escursione si conclude scendendo verso Villa Piovene ora sede del Comune e per la strada asfaltata Piazza Revese.

SENTIERO ACCESSIBILE “ MONTI COMUNALI DI BRENDOLA”

Una breve facile passeggiata per tutti……..

L’itinerario è stato realizzato dal Servizio Forestale Regionale di Vicenza sistemando opportunamente un tratto di carrereccia già esistente, livellando il terreno ed eliminando i possibili ostacoli o barriere. E’ un itinerario breve che richiede circa mezz’ora di cammini, si snoda sulla sommità collinare e offre diversi elementi di interesse: l’attraversamento di un bel bosco di carpino e la vista di balze solatie con specie tipiche.

Inizia dall’area di sosta della “ Pineta di Brendola”(9) facilmente raggiungibile da Brendola in auto in circa cinque minuti percorrendo la strada provinciale che sale verso Perarolo. Lo spiazzo per la sosta si apre sulla sinistra dopo un paio di doppie curve. Parcheggiata l’auto si prende una stradina che si diparte sulla sinistra in prossimità del cartello di divieto di transito ai mezzi motorizzati Si continua con una dolce salita tralasciando le diramazioni a destra, ripide e sconnesse, e si sale fino ad una area panoramica che domina la pianura. La vista da qua nelle sere serene è incantevole e il riposo è reso piacevole da aree attrezzate con panchine. La stradina continua in falsopiano, si ricongiunge ad una strada carreggiabile bianca e svoltando a destra con dolce discesa ritorna al punto di partenza.

E per finire

Sono state importanti fonti per la stesura di queste pagine le pubblicazioni di Alberto Girardi, di Giuseppe Baruffato, dell’Amministrazione Provinciale di Vicenza, del Comune di Brendola e del compianto amico Beppino Storato “poeta della nostra terra brendolana”.

Per approfondimenti rimandiamo alla lettura diretta delle fonti facilmente reperibili presso la Biblioteca Civica di Brendola.