CHIESA DI S. VITO

Questa Chiesa, in antico, era juspatronato dei monaci Benedettini di S. Felice di Vicenza. Era parrocchiale con battistero e un solo altare, a navata unica, intitolata ai Santi Vito, Modesto e Cresenzia, (i primi due erano fratelli e la terza era la nutrice, furono martirizzati nel lll secolo d.C.). Era collocata nel luogo denominato “La corte piccola” a differenza della “corte grande” dove si trovava, poco lontano, il convento dei frati Benedettini. Dopo il 1000, si ha notizia che la Chiesa era assoggettata alla Chiesa di S. Felice di Altavilla Vicentina e dipendeva dal Quartiere del Duomo di Vicenza, assieme a S. Michele di Brendola. E’ del 1196 il primo documento che ne attesta l’esistenza e si trova nell’archivio di S. Felice di Vicenza. Fino al XIII secolo la piccola Comunità, detta della ” Costa S. Vito”, era comune autonomo e separato da Brendola, successivamente si unì al Comune di Brendola. Si dà a credere che la prima facciata della cappella si trovasse dalla parte opposta all’attuale e guardasse al convento, come sembrano evidenziare i due finestroni e il timpano lavorato in pietra del tetto, con la rispettiva croce al centro. Nel mezzo del medioevo, i proprietari (la nobile famiglia Chiarelli da Brendola) fecero dono della cappella all’abate del piccolo convento della Corte Grande. Durante gli anni successivi la cappella, compreso il campanile, andò in parte distrutta e venne restaurata intorno al 1504. Nel 1737 venne rifatto il campanile, come si  deduce dalla data scritta nella torre campanaria.
Con Napoleone il monastero di S. Felice venne soppresso e le sue rendite fatte proprietà del Demanio. Così il Parroco e la Chiesa di S. Vito restarono privi di ogni mezzo di sussistenza. Tuttavia nel 1856 venne ampliata la Chiesa ed il cimitero collocato intorno ad essa fu trasferito in una valletta ai piedi del monte poco più a sud. Nel 1931 furono eseguiti generali restauri. Intanto la popolazione è andata crescendo… alle prime costruzioni ( la Villa dei Benedettini,   la Villa Fiorani, attuale contrà Marini, la Casa Piloto, attuale Dalla Rovere) tutte molto belle e caratteristiche nella loro austerità, altre se ne sono aggiunte nel tempo e si sono formate le varie contrade: nel 1844 ci sono 205 anime, nel 1955 sono 506. Troviamo che fin dal 1885 il Parroco, i Fabbricieri e i capi famiglia deliberarono per la prima volta la costruzione di una nuova chiesa con campanile e canonica, chiedendo al Governo l’aiuto economico di £ 12.000 giacché la spesa ammontava a £ 26.000. La domanda fu respinta e la speranza delusa. Con Don Gioacchino l’idea si rifà viva, si raccolgono offerte con questo preciso scopo, si escogitano tutte le possibilità e i Bollettini Parrocchiali di quegli anni riportano di mese in mese le varie donazioni; negli anni 1943-44 anche i soldati dal fronte mandano il loro contributo per la chiesa.  Era già fissata la nuova ubicazione, era stato donato il terreno, si erano anche ammassate le pietre… ma non bastava. Nel 1960  rinasce la speranza con l’aiuto del Sig. Felice Saggiorato, allora Direttore Generale della Banca Cattolica del Veneto. Tutto il complesso Chiesa e canonica con sei campi, viene venduto negli anni 60, quando fu costruita la nuova Chiesa nel centro dell’abitato di S. Víto. La chiesa di conseguenza venne spogliata dell’altare, della pala del 1600 attribuita al pittore Veronese Cignaroli e della statua della Madonna, che furono trasferite nel nuovo edificio. Questa nuova Chiesa indipendente veniva ufficiata da un solo religioso con il titolo di Curato, l’ultimo fu Don Gioacchino Dal Ben.

 

THE CHURCH OF SAN VITO

In ancient times this church was under the judicial patronage of the Benedictine Friars of San Felice of Vicenza. It was parochial, with a single altar, a single nave and it was dedicated to the Saints Vito, Modesto and Cresenzia (the first two were brothers and the third was their nurse: all of them were martyred in the 3rd century d.C). It was sited in the place called the “Small Court”, as opposed to the “Large Court”, where not far away there was the Convent of the Benedictine Friars. After the year 1000, the Church apparently was dependent from the Church of San Felice and of the Quarter of the Vicenza Cathedral together with the Church of Saint Michael in Brendola. The first document certifying its existence is dated 1196 and it can be found in the Archives if San Felice. Up to the 13th century the small community, called Coast of San Vito, was an independent municipality and was separated from Brendola, later it joined the Municipality of Brendola. We are led to believe that the first façade of the chapel pointed to the opposite existing direction and that it was facing the convent. This seems to be confirmed by the two large windows and the carved stone tympanum of the roof, with its cross in the middle.  In the middle of the middle ages, the owners (the noble Chiarelli family from Brendola) donated the chapel to the Abbot of the Large Court. During the following years the chapel and its belfry were partly destroyed and it was restored in 1504. In 1737  the belfry was rebuilt, as can be inferred from the date inscribed in the belfry tower.
With the arrival of Napoleon the Monastery of San Felice was suppressed and its properties became public property. Thus, the Parish Priest and the Church of Saint Vito were left without any means of living. However, in 1856 the Church was enlarged and the graveyard around it was removed to a small valley at the foot of the hill slightly to the South.
In 1931 a general restoration was undertaken. In the meantime the number of people had increased …. With the first buildings (the Villa of the Benedictines, the Villa Fiorani, the present Marini street, the Piloto House, now Dalla Rovere), all very beautiful and characteristic in their austerity, others were added in due time and various streets took shape: in 1844 the village had 205 souls who became 506 in 1955. Already in 1885 the Parish Priest, the Board of Trustees and the Heads of the families had decided for the first time to build a new church with a belfry and the Parsonage and had asked the Government for a financial help of 12,000 Lire, because the total cost was of  26,000 Lire. The request was denied and the expectation disappointed.
With Don Gioacchino the idea came back to life: donations were collected with a specific purpose, every possibility was devised and the Parochial Newsletters of those years shew the various donations  month by month. In the years 1943-44 even soldiers from the front sent their contributions for the church. The new site had already been decided, the piece of land had been donated and even the stones had been gathered, but it was still not enough. In 1969 hope was revived with the help of Mr. Felice Saggiorato, the then General Director of the Catholic Bank of Veneto. The entire compound of church and Parsonage with 6 fields was sold in the 60s, when the new church was built in the center of the village of Saint Vito. As a consequence, the old church was deprived of its altar, of the painting of the 17th century attributed to the painter Cignaroli of Verona and of the Statue of the Virgin Mary, which were transferred to the new building. This new independent Church was under the care of a single priest who was called the Curate, the last one was Don Gioacchino Dal Ben.